Psiche,
una bellissima fanciulla che non riesce a trovare marito, diventa
l'attrazione di tutti i popoli vicini che le offrono sacrifici e la
chiamano
Venere (o Afrodite). La divinità, saputa l'esistenza di Psiche, gelosa per il nome usurpatole, invia suo figlio
Eros
(o Cupido) perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro
della terra e sia coperta dalla vergogna di questa relazione. I genitori
di Psiche, nel frattempo, consultano un oracolo che risponde:
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« "Come
a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta
cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un
feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa
funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo
teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni
bui."(IV, 33) » |
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Psiche viene così portata a malincuore sulla cima di una rupe e lì
viene lasciata sola. Tuttavia il dio si innamora della mortale e, con
l'aiuto di
Zefiro,
la trasporta al suo palazzo dove, imponendo che gli incontri avvengano
al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua; così
per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore che
mai nessun mortale aveva conosciuto; Psiche è prigioniera nel castello
di Eros, legata da una passione che le travolge i sensi.
Psiche scopre l'identità dell'amante e fa cadere una goccia di olio bollente,
Jacopo Zucchi
Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, che Eros le aveva detto di
evitare, con un pugnale ed una lampada ad olio decide di vedere il volto
del suo amante, nella paura che l'amante tema la luce per la sua natura
malvagia e bestiale. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale:
una goccia d'olio cade dalla lampada e ustiona il suo amante:
|
« …
colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata,
d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia
della disperata sposa (V, 23) » |
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Fallito il tentativo di aggrapparsi alla sua gamba, Psiche straziata
dal dolore tenta più volte il suicidio, ma gli dei glielo impediscono.
Psiche inizia così a vagare per diverse città alla ricerca del suo
sposo, si vendica delle avare sorelle e cerca di procurarsi la
benevolenza degli dei, dedicando le sue cure a qualunque tempio incontri
sul suo cammino. Arriva però al tempio di Venere e a questa si
consegna, sperando di placarne l'ira per aver disonorato il nome del
figlio.
Venere sottopone Psiche a diverse prove: nella prima, deve
suddividere un mucchio di granaglie con diverse dimensioni in tanti
mucchietti uguali; disperata, non prova nemmeno ad assolvere il compito
che le è stato assegnato, ma riceve un aiuto inaspettato da un gruppo di
formiche, che provano pena per l'amata di Cupido. La seconda prova
consiste nel raccogliere la lana d'oro di un gruppo di pecore. Ingenua,
Psiche fece per avvicinarsi alle dette pecore, ma una verde canna la
avverte e la mette in guardia: le pecore diventano infatti molto
aggressive con il sole e dovrà aspettare la sera per raccogliere la lana
rimasta tra i cespugli. La terza prova consiste nel raccogliere
dell'acqua da una sorgente che si trova nel mezzo di una cima tutta
liscia e a strapiombo. Qui viene però aiutata dall'aquila dello stesso
Giove.
Eros risveglia Psiche dal sonno provocato dal dono di Proserpina, raffigurato da
Anthonis van Dyck
L'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli
Inferi e chiedere alla dea
Proserpina
(o Persefone) un po' della sua bellezza. Psiche medita addirittura il
suicidio tentando di gettarsi dalla cima di una torre; improvvisamente
però la torre si anima e le indica come assolvere la sua missione.
Durante il ritorno, mossa dalla curiosità, apre l'ampolla (data da
Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà altro non è che
il sonno più profondo. Questa volta verrà in suo aiuto Eros, che la
risveglia dopo aver rimesso a posto la nuvola soporifera uscita dalla
ampolla e va a domandare aiuto a suo padre.
Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve con l'amante l'aiuto di
Giove:
mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si
riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Eros. Il racconto termina con
un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei, alcuni anche in
funzioni inusuali: per esempio,
Bacco fa da coppiere, le
tre Grazie suonano e il dio
Vulcano si occupa di cucinare il ricco pranzo.
Più tardi nasce la figlia, concepita da Psiche durante una delle
tante notti di passione dei due amanti prima della fuga dal castello.
Questa viene chiamata Voluttà, ovvero
Piacere.
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